DARE UNA PROSPETTIVA ALLA RIBELLIONE
di Daniele Proietti
I fatti accaduti ieri in varie parti d’Italia, da Roma a Milano, Caserta ed altri importanti centri, ci indica il fatto che, finalmente, qualcosa si muove.
Le manifestazioni di piazza che hanno avuto luogo hanno portato all’attenzione dell’opinione pubblica tematiche importanti, come quella del diritto per tante categorie di lavoro a riprendere, certamente in sicurezza, le rispettive attività.
L’Italia non rinasce con un fiore, come recita lo slogan di una campagna vaccinale che ogni giorno che passa si dimostra più fallimentare e che è già ricoperta di inchieste giudiziarie che ne mettono perlomeno in dubbio il carattere “solidaristico” che lo stesso Papa ha inteso s Pasqua sottolineare.
L’Italia, che, ricordiamolo, è stata fatta morire non dal Covid, che come dimostrano i dati di morti ne ha fatti in numero relativo, ma dalla volontà della tirannia capitalista, che in Italia ha assunto il volto di Draghi, di potenziare un ordine politico e sociale che ha come capisaldi la finanza e il profitto, rinasce permettendo agli italiani di tornare a vivere e a lavorare.
Questo è il concetto che ha inteso esprimere chi ieri è sceso in piazza, ed è stato prontamente biasimato da un sistema mediatico sempre più servo dei poteri forti.
L’ augurio è che il dissenso non venga cavalcato da abili squali che vogliono soltanto scalare posizioni e ottenere una sedia in parlamento per poi iniziare ad obbedire al sistema.
Questo troppo spesso è accaduto, basti pensare alla parabola del Movimento Cinque Stelle, nato da incendiario e morto da pompiere.
Sta a realtà come la nostra, che vengono da lontano e lontano aspirano ad andare, proporsi in maniera veemente come contenitore di istanze sociali che, per Storia, sono le nostre.
Fare nostra la sollevazione popolare e far sì che essa possa assumere un carattere nazionale e identitario deve essere assolutamente il nostro obiettivo in questa fase, e costituire, insieme all’opposizione nei confronti di progetti assurdi come lo Ius Soli e il Ddl Zan, il centro della nostra azione politica.