LA DEMOCRAZIA E’ MORTA. VIVA LA DEMOCRAZIA!
di Alfonso Colarusso
Ormai non possiamo avere più dubbi. La democrazia in Italia è definitivamente defunta.
Con essa sono morti i partiti politici. E’ morta la magistratura e quel poco che ancora restava di uno Stato sociale è in coma irreversibile.
La morte della democrazia ha trascinato con sé nella tomba ed in modo definitivo quasi il 50% delle piccole e medie imprese che costituivano l’ossatura principale economica dello Stato.
Come per ogni morte però prima di capire in che modo deve avvenire la successione al vecchio Stato defunto bisogna capire le cause della morte e, se vogliamo avere davanti a noi un futuro per i nostri figli, fare una diagnosi seria della malattia.
Penso innanzi tutto che dobbiamo subito escludere che la democrazia è morta a causa del Covid perché l’agonia è cominciata molto tempo prima e la Pandemia gli ha solo dato il colpo di grazia.
Partiamo da qui.
Lo Stato Italiano, nato alla fine di una guerra mondiale, che l’Italia certamente non aveva iniziato e alla fine di una successiva guerra civile, si è fregiato fin dalla sua nascita dell’aggettivo di “democratico” e, della democrazia ne portava con sé tutti i difetti genetici che ora lo hanno condotto alla morte.
Addirittura, alcuni di questi difetti in Italia sono stati aggravati da una Carta Costituzionale che, nel tentativo di non creare i presupposti che avevano portato anni prima al fascismo, ha creato un sistema democratico-parlamentare dove nessuno può decidere (e quindi comandare) e, nessuno quindi può essere ritenuto responsabile per le scelte che ha fatto se queste si sono rivelate disastrose per i cittadini (mica si può ritenere responsabile l’intero parlamento).
Come in ogni sistema democratico le decisioni vengono prese normalmente da persone incapaci che si nascondono dietro il grande carrozzone della “burocrazia” che, oltre a impedire l’individuazione del responsabile rallenta, quasi fino a bloccare, ogni iniziativa e l’adozione dei relativi provvedimenti.
Uno dei maggiori difetti della democrazia infatti (e l’Italia ne è maestra) consiste nel fatto che a governare non sono né i tecnici né le persone competenti, ma i partiti e gli uomini scelti dai partiti sulla base di valutazioni completamente estranee alla capacità di governare. Anche quando si è dato vita a grandi “carrozzoni tecnici” il sistema non ha mai utilizzato uomini veramente capaci ma si è affidato più al fatalismo e ad una presunta appartenenza dei tecnici a formazioni partitiche.
In Italia quindi ci hanno fatto accettare supinamente l’esistenza di governi irresponsabili o che non rendono conto mai di nulla, mentre sappiamo che anche la più piccola società privata è retta da persone che si assumono ogni giorno, sotto tutti gli aspetti e a tutti gli effetti, la responsabilità delle loro azioni.
Ecco, quindi, che i Partiti politici che già erano composti da elefanti incompetenti, negli ultimi anni non hanno più avuto neppure un programma che potesse far sperare al cittadino che, se realizzato, il paese sarebbe migliorato. Con la fine della c.d. Prima Repubblica, visto che era crollato il mito dell’ideologia comunista e quello di una incomprensibile ideologia di democrazia cristiana (come se gli altri partiti non fossero cristiani), hanno cominciato a inculcare nelle persone l’idea che le ideologie erano finite (visto che non avevano più idee) e con esse erano finiti i partiti ideologici. Così è stato possibile che in Italia la rappresentanza democratica dei cittadini potesse avvenire con l’intermediazione di partiti. Senza un programma per risolvere i problemi concreti del Paese come la difesa dei confini, la sorte degli Italiani all’estero, i rapporti con gli altri Paesi più o meno potenti e con l’Europa che stava nascendo e, all’interno della Nazione, senza avere un programma a lungo termine per cercare ad esempio di risolvere le differenze di classe sociale tra la popolazione.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Partiti senza un progetto ideologico che si inventano ogni giorno una soluzione sempre successiva al problema già sorto. Un po’ come quando la polizia presidia un luogo dove è avvenuto un crimine; un posto che prima non sapeva neppure che esisteva.
L’altro difetto congenito, che ha portato all’attuale morte della democrazia in Italia, sta nella sua principale virtù: La maggioranza governa e la minoranza controlla.
Avete mai visto una maggioranza accettare leggi o emendamenti suggeriti dalla minoranza? Oppure, avete mai visto che le leggi della minoranza essere approvate in parlamento con i voti della maggioranza? Questa grande virtù democratica è quindi solo un’illusione.
Le leggi le fanno la maggioranza dei parlamentari allo scopo di garantirsi nel tempo il predominio sulla Nazione.
Prendiamo ad esempio la legge elettorale che riesce a modificare “democraticamente” la maggioranza espressa con il voto dai cittadini.
Quante volte i partiti, pur non avendo la maggioranza dei voti, sono riusciti ad ottenere la maggioranza dei seggi grazie ad una legge complessa assurda e incomprensibile.
Ed ecco che la democrazia sforna decine di governi inutili con il solo scopo di sistemare i molti aspiranti politici e la differenza tra un governo e l’altro esiste solo nella capacità dei giornalisti di dargli un nome diverso: “di servizio”, “di transizione”, “economico” ecc. ma in realtà si tratta solo di un sistema veloce e sicuro per distribuire poltrone e privilegi. Ecco quindi, che in democrazia si verifica proprio quello che la democrazia vuole in teoria evitare. Il governo non rappresenta lo Stato ma uno o più partiti e i capi di questi partiti diventano capi del Governo o Capi dello Stato. Ed è così che lo Stato stesso diventa la succursale di un partito dove i Ministri e i Sottosegretari lavorano per il partito che li ha fatti eleggere e i dirigenti pubblici e moltissimi dipendenti lavorano per il partito che li ha “sistemati”. Per chiudere poi la spirale del potere ogni partito ha uno o più giornali o televisioni che hanno il compito di far conoscere i fatti dal punto di vista del partito a cui appartengono.
Ora questo sistema (o, meglio, regime) democratico-parlamentare ha la forza di resistere ad ogni sollecitazione esterna ed è per questo che è diventato lo strumento principale con cui gli interessi privati capitalistici, nazionali e stranieri, riescono a governare sul popolo, che a sua volta si beatifica della falsa libertà che gli viene concessa dai plutocrati, fino a quando non si accorge della dittatura democratica che lo sta governando con gli ignoranti e gli incapaci. Ma allora è troppo tardi purtroppo.
Ora chi legge vorrebbe probabilmente sapere quale potrebbe essere la soluzione nel caso in cui la democrazia muore, come sta succedendo e alla fine del tunnel si comincia a vedere una luce.
E’ infatti in questo momento che è possibile riportare in luce le migliori idee e programmi che gli uomini hanno costruito nei secoli di storia ma questo potrà succedere solo al verificarsi di due condizioni indispensabili: che la democrazia non sia più un sistema di potere ma con i suoi principi universali di libertà e di parità sociale diventi il campo di gioco dentro cui un popolo sovrano possa giocare la sua partita.
L’altra condizione è che il popolo, i cittadini, le persone economicamente più deboli ed indifese riescano a recuperare la libertà del proprio pensiero e la coscienza di Nazione che quasi un secolo di plagio, di bugie, di verità nascoste hanno definitivamente distrutto nelle loro menti, fino a farne una massa informe da governare a vantaggio dei plutocrati al sevizio dei capitali internazionali.