Unione europea e difesa dei confini: due pesi e due misure
di Giovanni Demarco
La questione migranti sembra avere, da parte delle false istituzioni Europee, quasi due sfumature e due trattamenti e considerazioni diverse. Trattamenti forse diametralmente opposti da parte delle reazioni delle stesse istituzioni.
Sono anni che ormai si susseguono i bla bla bla della commissione europea sulla questione migranti, senza mai venirne a capo. La situazione nel Mediterraneo sembra, settimane dopo settimane, sempre più caotica e i centri di accoglienza italiano sono ormai al limite della sostenibilità. Gli sbarchi si ripetono quotidianamente tutti nel fin troppo normale menefreghismo dell’Unione europea e degli altri Stati europei; nel fin troppo scontato e complice interesse di “traghettatori” di esseri umani. Questo nel Mediterraneo, con gente proveniente direttamente dai paesi nord africani.
Se spostiamo l’obiettivo su un altro confine Europeo, vediamo come l’Unione europea risponde in toni decisamente diversi.
Sul confine polacco da giorni si stanno riversando profughi provenienti dalla Bielorussia. A leggere gli organi di informazione europei pare che questi profughi siano spinti a emigrare verso ovest dalle forze armate bielorusse stesse.
Ma in questo caso, visto che il nemico e’ il governo di Minsk, si scatenano le levate di scudi del governo polacco, e addirittura della presidente della commissione europea Von der Leyen.
Ci chiediamo dove sono queste istituzioni quando a essere prese d’assalto sono le nostre coste e i nostri confini? Perché viene così semplice fare la voce grossa contro la Bielorussia addirittura incrementando le sanzioni economiche nei confronti di quel Paese?
L’unione europea getti la maschera e ci dica da che parte sta.
Se i propri interessi sono la stessa Europa, tutti i suoi confini e la sua popolazione o la politica estera di paesi extraeuropei che vedono nella Russia e nella Bielorussia i primi avversari geopolitici.