Sanità: taglia e ritaglia ed adesso siamo a pezzi.
di Mario Lupi
Il governo ha deciso di introdurre la vaccinazione obbligatoria contro il Covid-19 per gli over 50.
Una delle motivazioni di tale decisione è stata quella di evitare di sovraccaricare ancor più il sistema sanitario nazionale, già in grande sofferenza.
Ne siamo perfettamente consapevoli e quindi potremmo considerare tale misura necessaria e forse anche tardiva.
Va bene incolpare il coronavirus, però ricordiamoci che il SSN è in sofferenza anche perché negli ultimi dieci anni tutti i governi hanno contribuito a sgretolarlo, ferendo mortalmente la maestosa opera pubblica costruita per tutelare la salute delle persone.
E quindi sarebbe auspicabile che qualcuno ci spiegasse e giustificasse i drastici tagli al Sistema Sanitario Nazionale ed a tutta la Sanità Pubblica succedutesi in questi ultimi anni, magari anche assumendosene la responsabilità senza scomodarsi con il solito “ ce lo chiede l’Europa “ …ma forse sarebbe chiedere troppo….chi visse sperando morì….
A questo proposito vale la pena riportare uno stralcio del report GIMBE 7/19:
“ Fra tagli e minori entrate il Sistema Sanitario Nazionale ha perso negli ultimi dieci anni € 37 miliardi di euro: è quanto emerge dal report dell’Osservatorio GIMBE “Il definanziamento 2010-2019 del Servizio Sanitario Nazionale”. Il finanziamento pubblico è stato decurtato di oltre € 37 miliardi, di cui circa 25 miliardi nel 2010-2015 per tagli conseguenti a varie manovre finanziarie ed oltre 12 miliardi nel 2015-2019, quando alla Sanità sono state destinate meno risorse di quelle programmate per esigenze di finanza pubblica. In termini assoluti il finanziamento pubblico in 10 anni è aumentato di 8,8 miliardi, crescendo in media dello 0,9% annuo, tasso inferiore a quello dell’inflazione media annua (1,07%).
I dati OCSE aggiornati al luglio 2019 dimostrano che l’Italia si attesta sotto la media sia per la spesa sanitaria totale (3.428 dollari contro 3.980), sia per quella pubblica (2.545 contro 3.038), precedendo solo i Paesi dell’Europa orientale oltre a Spagna, Portogallo e Grecia. Nel periodo 2009-2018 l’incremento percentuale della spesa sanitaria pubblica si è attestato al 10%, rispetto a una media del 37%.”
Tagli e minori entrate al SSN che hanno portato alla chiusura di decine di ospedali con perdita di migliaia di posti letto ( per l’esattezza 35.800 ) ed alla netta diminuzione del personale sanitario favorendo in tal modo le strutture sanitarie private , moltiplicatesi in modo esponenziale in tutte le regioni del nostro Paese.
E, potrebbe non essere finita qui. La pandemia cambia tutto…tranne che il liberismo..
E dire che c’è stato un tempo in cui gli ospedali si aprivano…