Aumento dell’energia, un salasso per famiglie ed aziende
di Efisio Sanna, Coord. Sardegna MSFT
Oltre al danno la beffa, dopo due anni e mezzo di Pandemia, motivo per il quale il Governo ha ristretto le maglie della libertà dei cittadini con ripercussioni molto gravi al sistema produttivo e terziario, oggi le famiglie si trovano davanti ad un’altra emergenza l’aumento dell’energia elettrica e dei combustibili come Gas, Gasolio e Benzina; con l’aggravante della Guerra estemporanea Ucraina – Russa che inciderà in negativo sull’Import Export dei nostri prodotti nel mercato Ucraino – Russo al quale il fatturato si aggira intorno ai 21,7 Miliardi di euro. Secondo la società del ministero dell’Economia che si occupa di assicurare gli investimenti italiani all’estero, la Russia è il quattordicesimo mercato di destinazione per le esportazioni italiane.
Nel 2021 l’export italiano in Russia è valso 8 miliardi di euro, leggermente superiore ai valori del 2019 e nettamente rispetto a quelli del 2020 (7,1 miliardi). Le previsioni al 2024 indicano un incremento progressivo su base annua, da 8,8 miliardi nel 2023 a 9,1 nel 2024, un vero problema delle aziende Italiane che hanno investito milioni di euro per progetti, forti investimenti in innovazioni tecnologiche e e di personale.
Sui dati forniti dal Codacons, l’aumento dei prezzi di luce e gas, costeranno 500 euro l’anno a famiglia, dunque+20% per l’elettricità, +30% per il gas, con un + 110 euro Energia elettrica, +281 per il gas, mentre per la benzina e gasolio sempre il Codacons stima un aumento della benzina del + 15,3% in più rispetto a inizio anno, mentre il prezzo del gasolio un aumento del + 14,5%.
L’aumento dell’Energia ha un costo annuale per le famiglie Italiane di circa 13 miliardi di euro, mentre per le imprese una cifra di 50 miliardi di euro, un vero salasso perché le imprese saranno costrette ad aumentare i prezzi dei prodotti finiti; il Governo ha provveduto di concerto con il consiglio dei Ministri, nel mettere in campo 8 miliardi di euro al solo fine di lenire i prezzi dell’Energia, la cifra complessiva messa in campo dal Governo si aggira intorno ai 5,8 miliardi di euro, diretta a tagliare nel secondo trimestre il costo delle bollette per le famiglie e per le imprese; tale strategia ha l’obiettivo di azzerare gli oneri di sistema, ridurre l’Iva sul gas al 5% ma non avrà nessuna ripercussione immediata, in quanto i prezzi sono destinati ad aumentare a fronte degli eventi bellici diretti a permanere chissà per quanto tempo.
Secondo l’associazione Codacons si stima un aumento medio a famiglia del carburante, pari a 324 euro annui, 11,8 euro a pieno.
E’ opportuno fare un’attenta disamina sull’aumento folle dei costi dell’Energia e Combustibili; dopo un periodo di rallentamento considerevole dovuto alla pandemia da coronavirus, le attività produttive hanno ripreso un rapido aumento della domanda per le materie prime, difficili da reperire a causa di problemi di disponibilità e di trasporto. Questi problemi hanno interessato anche le materie prime con cui si produce la maggior parte dell’energia in Europa: il prezzo del petrolio è aumentato del 200 per cento dalla primavera del 2020, e quello del gas naturale del 30 per cento solo nel secondo trimestre del 2021.
Se in Italia il gas naturale è impiegato per produrre circa il 40 % dell’energia elettrica, di conseguenza l’aumento del suo prezzo si ripercuote sul costo dell’energia elettrica; un altro elemento riconducibile all’aumento è il sensibile aumento dei prezzi dei permessi per emettere anidride carbonica, che le aziende si scambiano attraverso l’Emission trading system europeo.
I permessi sono rilasciati dalle autorità europee in numero limitato e sono poi scambiati tra le aziende, con quelle meno inquinanti che possono vendere i propri alle industrie che producono più emissioni.
In Conclusione, altri fattori che incidono in modo invasivo sul prezzo attuale della benzina si compone di tre parti: uno, il prezzo netto del combustibile, che include anche il guadagno dei gestori della pompa, due, le accise e ultima l’Iva al 22%
Dunque tutte le volte che acquistiamo un singolo litro di carburante alla pompa, dobbiamo pagare innumerevoli tasse, di natura diversa; le accise sui carburanti è la quota dovuta allo Stato come imposta sui consumi, ha una sua incidenza oltre un terzo; le accise introdotte da svariati Governi sono 17 diverse cui va aggiunta l’Iva al 22%.
In Italia abbiamo una riserva di Gas di circa 70- 90 miliardi di metri cubi di Gas, ma la Legge 6 agosto 2008, n. 133 Art. 8, vieta l’estrazione per la problematica della subsidenza geologia, altro non è che il movimento e abbassamento, continuo o discontinuo, di una superficie subaerea o sottomarina; in particolare del fondo di un bacino sedimentario, l’Adriatico è una delle zone con maggiore quantità di Gas, circa 35-40 miliardi di metri cubi si stimano nel Nord Italia, nella regione Veneto sul Golfo di Venezia.
L’estrazione non avrebbe coperto il fabbisogno totale ma, avrebbe dato posti di lavoro e un risparmio di svariati miliardi di euro in costi di acquisto di Gas estero.