Migranti in eterno: come l’Europa vorrebbe i giovani

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di Giuseppe Onnis – Responsabile Politiche Giovanili

“I giovani devono essere protagonisti della Conferenza sul futuro dell’Europa, perché il futuro è loro”. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, nel suo discorso sullo stato dell’Unione, a Strasburgo, ha annunciato con queste parole che l’anno in corso , il 2022, sarà l’anno europeo dei giovani.

La von der Leyen, secondo la quale la generazione giovane ha “una forte coscienza ambientale e ci chiede di affrontare la crisi climatica”, ha quindi lanciato un nuovo programma di crescita professionale per i giovani che si chiamerà Alma, affinché anche “coloro che non ce la fanno, che non hanno lavoro, che non seguono corsi di studio o di formazione” si sentano incoraggiati. Il programma sarà un’occasione, per i giovani, per avere un periodo di lavoro in un altro stato membro, una sorta di Erasmus, che sostenga la prossima generazione, ha spiegato ancora, affinché “possa costruire il proprio avvenire” e possa acquisire, così come attraverso l’Erasmus, “competenze, creare legami e forgiare la loro identità europea”.

L’attuale generazione di giovani, aggiunge la von der Leyen, dotata di alto livello di istruzione, di grande talento e fortemente motivata, “si è sacrificata molto per salvaguardare la sicurezza degli altri”. Per più di un anno, ha quindi osservato ancora la presidente della Commissione, ai giovani è stato chiesto di rispettare le distanze sociali, di isolarsi e di seguire i corsi da casa, dunque ciò che si fa “dal Green Deal a ‘Next Generation EU’, è finalizzato a proteggere il loro futuro”, stando attenti, è quindi stato l’avvertimento, a che non vi siano “intoppi, perché L’Europa ha bisogno di tutti i suoi giovani”. Se vogliamo plasmare la nostra Unione a loro immagine, è quindi stata la conclusione, “i giovani devono poter plasmare il futuro dell’Europa. La nostra Unione deve avere un’anima e una visione in cui i giovani possano credere”.

Continuiamo a chiederci giorno dopo giorno quale sia, ammesso che esista, il nesso secondo il quale i nostri figli nipoti debbano andare fuori dalla propria nazione per fare esperienze quando i fondi stanziati potrebbero servire per formare i giovani studenti nel proprio paese di appartenenza.

Tutto questo porterà solo una continua migrazione giovanile spinti dal cercare una qualità di vita migliore da quella della nazione di appartenenza.

Noi della Gioventù della Fiamma manifestiamo la nostra contrarietà alle scelte della presidente della commissione Europea e chiediamo agli italiani eletti al Parlamento Europeo di schierarsi contro questo progetto che vede come sempre un svendita della sovranità nazionale che anno dopo anno colpisce diverse categorie. Quest’anno toccherà ai giovani, e il prossimo?

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