Astensionismo e lacrimucce.
di Mario Lupi
Puntualmente, inesorabilmente, all’indomani di ogni tornata elettorale, che siano elezioni politiche o amministrative o financo referendum, che certifica l’abbassamento (anche drammatico ) della percentuale dei votanti, che diminuisce impietosamente sempre di più, si può assistere al penoso spettacolo dei politici che, presentandosi con la faccia contrita di circostanza e la lacrimuccia sulla guancia, cominciano a parlare di “disaffezione”, “pericolo per la democrazia”, “ritrovare la fiducia del popolo”.
Poi, passata la festa gabbato lo santo. I partiti, o meglio quello che resta di loro, continuano a perseverare nel loro agire. Ormai si sono trasformati in vere e proprie lobby che non sentono il bisogno rispondere al popolo. Basta pensare che ormai i candidati non vengono quasi mai scelti dalle sezioni , ma vengono calati dall’alto ( magari uno di Bolzano si trova capolista a Lecce ). Le promesse elettorali non vengono quasi mai mantenute e ci si affida sempre più a governi tecnici che è più facile rispondano ad altre istituzioni dimenticando gli Italiani. E questo vale per la destra e la sinistra (poi al giorno d’oggi dichiararsi di destra o di sinistra è uno dei due modi che ci sono per darsi dell’imbecille).
Insomma la politica non ha più alcuna supremazia sull’economia, ( ammesso che la abbia su altri campi), per dirla alla Pound: “ i politici sono i camerieri dei banchieri “