Moria di api, grave danno per l’uomo

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di Massimiliano Vadalà e Salvo Fichera.-

Ormai da molti decenni, l’inquinamento atmosferico e l’uso indiscriminato di sostanze chimiche sui prati, ma anche il disboscamento continuo, la naturale predazione di altri insetti ed uccelli e persino improvvisi e mutevoli cambiamenti climatici, sono tutti fattori che stanno contribuendo alla distruzione delle varie specie, a noi utilissime, di api. Il fenomeno comincia a registrare dati allarmanti persino sulla nostra penisola, con la lodevole eccezione (temporanea) del sud italico; pare, infatti, che la specie endemica siciliana, l’ape sicula nera, non abbia ancora subito in quantità rilevanti lo stesso tipo di (mal) trattamento delle altre specie: la Ligustica e la Carinica. Fino a quando questa lodevole, ma involontaria eccezione riuscirà a reggere? Se le api si dovessero estinguere ci saranno conseguenze sulla natura ed a cascata sull’uomo? A quanto pare la risposta è crudelmente affermativa in entrambe le ipotesi. É stato calcolato dalla comunità scientifica che, dopo soli 10 anni dalla sua ipotetica scomparsa, i danni all’umanità sarebbero drammaticamente devastanti, perché questo insetto ed il suo prodotto, non che la sua opera in natura, ha centinaia di applicazioni fondamentali, senza contare anche il danno ad una tradizione millenaria che sbiadirebbe. Urge quindi invertire la tendenza a trascurare il problema e bisogna occuparsene alacremente e seriamente, prima che sia troppo tardi, anche perché il problema viene poco considerato persino da quei partiti politici dai quali ci si aspetterebbe lo avessero in agenda: i così detti “ambientalisti”, tali spesso solo a parole. La politica tace in dolosa ignoranza, al contrario di quanto il Movimento Sociale ha denunciato negli anni ben prima di tanti movimenti pseudo-ambientalisti. Attendiamo una legislazione ad hoc ed una sensibilizzazione sociale a cominciare dal livello locale, fino alla comunità europea. La sopravvivenza dell’ape, in questo senso, può essere considerata un ponte simbolico tra il passato più remoto ed il presente dell’evoluzione naturale della Terra e dell’uomo stesso.

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