Il Governo della continuità
di D. Proietti
Nessuna svolta, come avevamo previsto. Giorgia Meloni, dopo aver accettato l’incarico conferitole dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha declamato la lista dei Ministri che faranno parte del suo governo.
Questo doveva essere, nelle intenzioni della Presidente di Fratelli d’Italia e nelle speranze di coloro che l’hanno votata, l’esecutivo del cambiamento, e invece appare in assoluta continuità rispetto al passato.
Chi auspicava ad esempio un cambio di rotta nel settore sanitario rimarrà certamente deluso nel sapere che il Ministro della Salute è Orazio Schillaci, colui che Roberto Speranza nominò come membro dell’istituto Superiore di Sanità. Nessuno si aspetti dunque che, nel caso la pandemia dovesse riesplodere, possano esserci cambiamenti radicali di strategia rispetto agli scorsi anni.
Bernini e Santanchè, poste rispettivamente al comando di Università e Turismo, non rappresentano certo facce nuove: conosciamo bene le loro caratteristiche, e meglio purtroppo, le loro carenze.
Per quanto riguarda l’agricoltura, Lollobrigida ha avuto incredibilmente la meglio su Centinaio, nonostante quest’ultimo avesse lavorato bene in quel ruolo nel governo Conte I.
Se poi a questo quadro aggiungiamo la nomina di Crosetto a ministro della difesa, dell’estimatore di Draghi Giorgetti all’economia e soprattutto del paladino dell’Europa Tajani agli esteri e nel ruolo di vicepresidente del consiglio, capiamo perché le speranze di assistere ad un qualsivoglia cambiamento siano ridotte all’osso, per non dire azzerate.
Il Movimento Sociale Fiamma Tricolore si pone inequivocabilmente all’opposizione di tale esecutivo, e si candida a fungere da forza catalizzatrice del dissenso dei veri patrioti, che non sono certo coloro che, in spregio alla Storia di quell’Italia che dicono di amare, ogni tre ore recitano l’elogio degli Stati Uniti.