Altro che rave party!
di G. Ciarcia
Non che siamo difensori dei cosiddetti rave party, il nostro modo di pensare e di agire è ben distinto e distante da quello di taluni frequentatori di tali ritrovi da sballo abusivi, dove droga e spaccio di droga sono il “fiore all’occhiello”, ma il decreto del governo Meloni ci convince molto poco, anzi moltissimo poco.
Per contrastare il fenomeno dei rave party bastava inasprire la legislazione già vigente che vieta comunque sia tali ritrovi illegali, la mossa del governo invece sembra così poco connessa al contrasto dei rave party ma piuttosto mirante ad altro. Ha semmai tutto il sapore di una riduzione delle libertà personali già sopportate dal popolo italiano durante i governi degli ultimi suoi due predecessori, Draghi in primis di cui la cara Meloni si sta manifestando come perfetta continuatrice della sua opera.
Con questo decreto cosiddetto “antirave” oggi si va a vietare ad un gruppo di persone superiore ai 50 individui di ritrovarsi anche in luoghi pubblici magari festeggiando una festa di compleanno in un parco, una piazza o roba del genere altrimenti si rischiano sino a 6 anni di reclusione. Quello che non sono riusciti a fare Conte e Draghi in tempo di pandemia, lo riesce a fare Giorgia Meloni in tempi normali.
Basta davvero così poco per essere considerati “ravepartysti”? La faccenda puzza di bruciato. Sicuramente un freno alle più elementari e innocue libertà personali alla faccia del loro liberalismo sventagliato solo quando per libertà si intende quella riservata al capitale per schiacciare il mondo del lavoro.
Decreto dannoso ed inutile come repellente ai “rave party”.
Da un governo sedicentemente sovranista avremmo voluto osservare tra i primi provvedimenti presi qualche sussulto di sovranità nazionale ritrovata, o qualche aiuto alle famiglie circa gli innumerevoli rincari in campo energetico e non solo. No, la priorità per Giorgia Meloni è vietare non i “rave party” ma un gruppo di cinquanta persone che anche tranquillamente può darsi appuntamento in una piazza. Saluti al governo dei capaci.