Aborto e sessualità, scandalo Spagnolo
di D. Proietti
Spesso noi, (e chi è come noi), veniamo tacciati di complottismo quando poniamo l’accento su determinate questioni, denunciando la drammaticità degli effetti che talune scelte di determinati governi su tematiche sensibili hanno sui popoli.
Siamo derisi nel momento in cui ricordiamo l’importanza di valori per noi assolutamente fondamentali, primo tra tutti quello della Vita.
Ebbene, leggi come quella approvata in Spagna, una Nazione geograficamente, culturalmente e storicamente vicina alla nostra, confermano l’assoluta fondatezza e l’urgenza della nostra battaglia etico- politica.
La norma cui facciamo riferimento, introduce la possibilità di chiedere la modifica del proprio sesso all’anagrafe senza autorizzazioni giudiziarie o certificati medici a partire dai 16 anni. Un diritto estendibile anche a quattordicenni e quindicenni, se supportati dall’approvazione di un genitore, e a cui si potrà accedere attraverso una doppia dichiarazione. Non sarà dunque più necessario fornire referti medici che attestino la disforia di genere.
Si reintroduce inoltre il diritto all’aborto senza consenso genitoriale per sedicenni e diciassettenni, e si sancisce l’obbligo da parte dello Stato di garantire che ci sia personale sanitario disponibile a questa pratica in tutti gli ospedali pubblici.
Tutto ciò, ordito da un esecutivo di centrosinistra, rappresenta un compendio di quanto di peggio uno Stato possa partorire. Si assiste alla soppressione intollerabile di radici millenarie che accomunano Spagna e Italia. Il timore è che quello spagnolo diventi presto il modello a cui l’unione Europea potrebbe ispirarsi.
In quel caso servirà un’opposizione forte, una Fiamma sempre più accesa e sempre più potente, a difesa degli italiani e di tutto ciò in cui i nostri padri ci hanno insegnato a credere.
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