Terremoto di Umbertide, paese vuoto
di Giancarlo Piergianco Piergentili
Tutto è rimasto fermo a due settimane fa, quando circa 700 persone sono state sfollate dopo le scosse di terremoto che hanno colpito Umbertide giovedì 9 marzo. C’è chi ha trovato posto nelle strutture messe a disposizione della Protezione civile, e chi ha trovato ospitalità da parenti o amici. L’unica cosa che ci si trova di fronte visitando le zone colpite dal sisma è il silenzio assordante, rotto soltanto dal canto degli uccelli. «La scossa mi ha tolto la mia tranquillità» «Gli edifici presentano danni soprattutto nella parte interna piuttosto che all’esterno» dice a Umbria24 un operatore della Protezione civile. Ma oltre ai danni strutturali, ci sono anche quelli psicologici: «Mi sono chiusa ancora più in me stessa: se prima uscivo poco – spiega un abitante di Pierantonio -adesso non esco più. La scossa si è sentita molto forte. Ti toglie tutta la tranquillità nonostante sei in casa tua. Ad oggi, per la paura non riesco a raggiungere le camere del piano superiore». «Ogni giorno si scopre una nuova casa inagibile – raccontano due signori al bar – e sono tante le attività che hanno chiuso. Non c’è più nulla, ormai è rimasto solo un paese dormitorio». Tra le testimonianze di chi una casa e un’attività ancora la ha si aggiunge anche quella di Luigi Cozzari, un gioielliere di Pierantonio: «Il paese ha avuto molti danni e questa situazione si sente in maniera importante. È cambiato completamente l’assetto del paese, è cambiata la vita paesana. La cosa importante, però, è rimettere in moto Pierantonio per fare in modo che si torni lentamente alla normalità». «Stiamo cercando di riacquistare una normalità» Diversa è la situazione di Sandro che da Pierantonio si è dovuto trasferire dal figlio a San Marco, a Perugia: «Io ho ottantasei anni. Sono più di sessant’anni che sono qui. Ci ho passato una vita, ho i miei amici che però adesso non vedo più perché siamo sparsi in case diverse, ma la nostalgia è tanta. Chi non ci è passato non se ne rende conto». Simile è la situazione di Valentina: lei vive a Pian d’Assino dove ha la sua attività, ancora in funzione, e la sua casa. Quest’ultima è stata costruita nel 2018, ma, nonostante ciò, è momentaneamente inagibile. «Stiamo cercando di riacquistare una normalità. In questo piccolo borgo di undici abitazioni, solo due sono agibili. C’è chi ha addirittura perso anche due case. Io – commenta la donna – vorrei rientrare quanto prima; quindi, cercherò di mettermi a lavoro per ripristinare quello che è necessario. È un disagio anche perché sto ancora pagando il mutuo della casa». La solidarietà di Umbertide Nella palestra di Pierantonio sono presenti 45 persone. «Quello che è sorprendente – dice Marco Broccoli, collaboratore della Protezione civile di Umbertide – è la solidarietà della popolazione di Umbertide che si è messa subito a disposizione. Abbiamo ricevuto da parte dei commercianti alcune donazioni. Sia beni alimentari, che giochi per bambini. Per quanto riguarda i pasti, li riceviamo da un’azienda di Umbertide. Il compito della Protezione civile è quello di stare dietro a tutte le esigenze, le richieste che ci pervengono dal centro di accoglienza. C’è stato anche un supporto da parte della Croce rossa. Abbiamo squadre da tutta la regione che collaborano con noi. Il centro accoglienza è presidiato h24». «Sono qui per trovare un appartamentino sperando nell’aiuto del sindaco, altrimenti dovrò cercarlo da solo» racconta Franco, un abitante di Pierantonio che adesso si trova nella palestra del posto, a cui si aggiunge Fatima, abitante di Sant’Orfeto: «Prima ero in un’altra palestra – dice – dopo mi hanno spostata qui perché lì non c’è gente, siamo rimasti solo noi. Sono due giorni che siamo qua, stiamo aspettando qualche aiuto, ma per adesso nulla.
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