Non perdiamo la bussola

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di G. Ciarcia

In molti continuano a chiederci come mai non ci schieriamo circa l’attuale conflitto russo-ucraino che meglio sarebbe definirlo russo-americano.
Il fatto è che noi siamo ben schierati inflessibili sulle nostre posizioni, che sono le stesse posizioni di ciò che abbiamo rappresentato da sempre. Sarebbe altresì interessante volgere la domanda a tutti coloro che pur venendo da “casa nostra” si stanno dividendo tra chi filo-atlantico assoggettato ormai al partito “neocon” di Giorgia Meloni, e chi sbandando dalla parte opposta sogna un blocco eurasiatista anacronistico che comprenda Europa, Russia fino alla Cina “capital-comunista”.
E noi da che parte stiamo? Dalla parte dell’Europa rispondiamo. Non dell’attuale Europa delle banche e dell’alta finanza, non di questa Europa vassallo degli Stati Uniti; noi ci troviamo dalla parte della vera Europa, cioè di quel sogno europeo schiacciato nell’ultimo conflitto mondiale proprio ad opera dei bombardieri americani e dei carri armati russi. Noi siamo sempre rimasti gli stessi, non abbiamo perso la bussola sbandando talvolta a oriente, talvolta a occidente.
Sogniamo un’Italia e una Europa libera da ingerenze e sovrana. Utopia ai giorni nostri? Può darsi, ma non teniamo a perderci nel tifo da stadio per uno o l’altro dei contendenti che vedono l’Europa culla della civiltà soltanto come territorio da predare e colonizzare. Colonia degli atlantici ahinoi lo siamo dal 1945. Sicuramente ci opponiamo alla politica scellerata dell’invio di armi a questa Ucraina iperatlantista che sta combattendo una guerra su procura americana, ma sul versante opposto non intravediamo in Putin il salvatore della società europea e mondiale.
Le nostre idee le abbiamo ben chiare. L’Ucraina appiattita sulle posizioni atlantiche e della NATO non è l’Ucraina rurale a noi vicina che ci accolse a braccia aperte nel 1941 come liberatori dalla tirannia staliniana, se ne facciano una ragione anche i sedicenti “neonazisti” ucraini del battaglione Azov e loro estimatori.
Allo stesso tempo gridiamo a gran voce a tutti i cosiddetti eurasiatisti (molti di loro provenienti dai nostri ranghi), adoratori della Russia di Putin, che nella Russia di Putin si festeggia tutt’ora con tanto di parata militare sulla piazza rossa e con bandiere recanti falce e martello, il 9 maggio ossia la presa di Berlino, ergo la sconfitta degli eserciti dell’Asse, in altre parole la morte dell’Europa.
Ai camerati o agli ex camerati che si perdono dietro orizzonti di questo tipo suggeriamo di lasciar perdere Dugin, e di rileggere semmai Mussolini o Pound o Gentile.
Su chi plaude la NATO, si genuflette ai padroni a “stelle e strisce”, invia armi ed accoglie il vassallo ucraino a Roma preferiamo stendere un velo pietoso.
Noi continuiamo la marcia sulla nostra linea retta, quella della Terza Via politica e della Terza Posizione in campo geopolitico.

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