Strage di via D’Amelio, basta pelose celebrazioni
di P. Manoli
I fatti li conosciamo, ovviamente quelli visibili, su tutti il terrificante boato che fu udito in tutta la città di Palermo fino alla periferie; conosciamo gli esecutori ma dal 19 luglio 1992 ad oggi non ci è dato di sapere chi siano stati i veri mandanti dell’uccisione di Paolo Borsellino e degli uomini della scorta, chi ha soffiato sul fuoco dell’ala stragista della mafia, chi ha nascosto per 31 anni l’ennesima verità ad un popolo considerato meno di zero.
A nulla sono valse centinaia di udienze, di falsi pentiti, di teorie poi rivelatesi infondate; a nulla è valso l’avvicendarsi di governi di ogni colore, di politicanti di turno.
A nulla sono valse le stragi del ’92, nemmeno sulla memoria e sulla dignità umana e civile di tanti siciliani che continuano ad eleggere ed a votare in massa personaggi già condannati per associazione mafiosa o in odore (puzza) di mafia.
La Sicilia dei siciliani onesti esiste ancora, ma non ha voce e quando la trova viene spenta nel sangue e nelle minacce; la fiducia nelle nuove generazioni non può essere riposta, i più avveduti scappano da una realtà che porta alla stragrande maggioranza di essi disoccupazione e vessazione; ogni anno 60.000 siciliani sotto i 30 anni fuggono via da una realtà drogata dal malaffare.
Se l’attuale Governo vuole rendere realmente Giustizia, faccia una cosa semplice: apra i cassetti ed istituisca commissioni d’inchiesta con pieni poteri. Il primo ministro dia un segnale forte, se vuole può farlo!
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