Perchè non ci piace la Chiesa “aperta”
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di D. Proietti
In un momento nel quale, proprio in luoghi che al capo della cristianità dovrebbero essere cari, impazza una guerra sanguinosissima e, in un contesto storico in cui molti sono i problemi sociali ed economici di cui un pontefice dovrebbe occuparsi, il Papa pone come priorità affermare che le persone transgender possono essere battezzare e, oltre a loro, anche i figli delle coppie omosessuali.
Lungi da noi qualsiasi tipo di discriminazione, in quanto crediamo che ogni persona sia libera di avere i gusti che più desidera. Crediamo, però, anche che il Cattolicesimo, di cui Roma è storicamente la culla, non debba rinnegare se stesso, correndo il serio rischio di naufragare dentro una società progressista irrimediabilmente distante da noi. Pensiamo che una religione debba restare fedele ai propri millenari principi, e cercare di modificare un mondo allo sbando.
Noi, per quanto ci riguarda, politicamente, restiamo fedeli alla nostra identità, ed essere gli unici a farlo non ci spaventa, anzi, ci motiva ancora di più.
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