L’attualità del pensiero di Pino Rauti

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di Gabriele Leccisi

Leggendo il libro sul tramonto dell’Occidente che certamente era ben noto a Mussolini mi sono ricordato di un articolo interessante pubblicato da mio padre sull’agenzia “Alternative” di cui era il direttore. Ebbene nel nr 9 del 15 maggio 1989 il babbo, commentando il pensiero di Rauti espresso nel secondo numero di “Linea” tra l’altro scriveva: “Ciò che Rauti non dice espressamente, ma che costituisce l’ordito delle sue tesi, è l’evoluzione dell’oggi (…) il concetto spengleriano della caduta delle civiltà diviene Storia viva, intessuta dalle bassezze di una cronaca fatta di esasperato individualismo e falso umanitarismo, a cui invano si tenta di dare nobiltà sociologica di una libertà intellettuale dominata e controllata dai mezzi d’informazione nelle mani di ristretti gruppi capitalistici. Per opporsi a queste nuove forme di oppressione occulta bisogna saper ricreare la sintesi tra spirituale e volontarismo”.
Mi pare di capire che l’assenza della sintesi contribuisce ad impoverire la società cancellando valori essenziali per la sopravvivenza di una intera civiltà. Desumo ciò dallo stato di stallo in cui dopo il 1945 i due ben noto blocchi contrapponendosi tra loro hanno creato con l’equilibrio del terrore. Una sorta di sfida tra USA e RUSSIA Sovietica entrambi incuranti della realtà dei popoli in continua evoluzione. In sostanza il retaggio del passato veniva di fatto superato dalle nuove esigenze dei popoli che ponevano in crisi sistemi valoriali ereditati dall”ottocento ed in buona misura cancellati tra le due guerre del novecento nella ricerca di nuove risposte e quindi nuovi valori confusamente prospettati in società sempre più in stato di disgregazione.
Il nuovo sembrava volersi affermare cancellando il vecchio ma in realtà al vecchio di fatto nulla di nuovo si sostituiva validamente e tutto si metteva e si mette in discussione senza trovare valide alternative. Il degrado e la disgregazione sociale colpiva entrambi i dure contendenti determinando il crollo dell’URSS e l’incapacità ed inadeguatezza degli USA a costituire un punto di riferimento globale.Due modelli antagonisti ma convergenti sulle direttrici di analoga politica imperialista.
Il progresso scientifico e tecnologico hanno allontanato sempre di più dai valori superstiti creando il vuoto. Nel migliore dei casi lo scetticismo predomina.
La politica dei due blocchi non si curava di rispettare la natura e pertanto il Movimento Sociale, sotto la guida di Rauti anticipò quello che oggi è evidente a tutti, vale a dire il conseguente degrado del Territorio il cui grido d’allarme fu lanciato non dai verdi e quant’altri bensì dal MSI.
Secondo Spengler a salvare il mondo avrebbero provveduto i tedeschi e certamente il Mussolini degli anni trenta non poteva essere d’accordo pur non sottovalutando l’analisi spengleriana ma oggi siamo veramente sicuri che, rimessasi in moto la Storia con la minaccia
nucleare, il vuoto di valori di quasi tutto il mondo Occidentale a fronte di civiltà che saldamente continuano a credere nei loro valori di sempre ci sia ancora un futuro per noi occidentali definiti decadenti? Spero. che Spengler abbia torto.

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