Non recidiamo le nostre radici
di Vincenzo Guardino
Noi Missini, non ci poniamo come obiettivo la restaurazione, ciò risulterebbe fuori dal tempo; le lancette della storia, infatti, non vanno mai indietro, ma solo avanti. Del resto, anche il governo dei primi del ‘900, pur fermamente contrario ai due mali politici della storia più recente, liberal-capitalismo e comunismo, non ha minimamente inteso restaurare l’antico regime precedente le rivoluzioni liberali, riportando magari gli Asburgo sul trono d’Austria o i Borbone sul trono di Napoli ma, al contrario, era andato “oltre” e aveva dato all’Italia e al mondo soluzioni politiche di stampo nuovo.
Allo stesso modo anche noi intendiamo andare oltre, guardando semmai al passato solo come fonte di ispirazione e non per ricopiarlo meticolosamente. Per di più, chi rimprovera al governo post liberale la forma totalitaria (imperfetta) evidentemente disconosce il contesto storico, un contesto di ingovernabilità successivo alla Grande Guerra e di pericolo di avanzata bolscevica. E’ innegabile che in quei tempi l’Italia si salvò dal bolscevismo e risolse parecchi problemi, quali l’emigrazione, la mancanza di infrastrutture e di giustizia sociale, la questione Romana, il debito pubblico eccetera, che, per miopia delle classi dirigenti liberali, gravavano profondamente sulla vita della nazione a partire dal periodo post-unitario. La dittatura, da ciò che si evince, non esiste ideologicamente o come dottrina poiché si tratta di un’emergenza della storia. Tuttavia, ci sono dei valori, quali l’amor di Patria, il rispetto per la famiglia, la visione spirituale della vita, l’ordine civile, la giustizia sociale, che sintetizzano secoli di civiltà romana e cristiana, i quali risultano sempre validi per ogni epoca, anche per quella odierna e soprattutto per il futuro. Riprendiamo senza indugio questi valori, per ridare finalmente luce ad un’epoca così oscura come la nostra.
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