La fine di un’epoca
di Vincenzo Guardino
Con la fine della seconda guerra mondiale, l’Italia entrò in un’epoca buia, un’epoca che, in maniera sempre maggiore col passare degli anni, ha distrutto tutte le basi della nostra civiltà: l’amor di patria, l’identità, l’appartenenza, la religione, la famiglia, la sfera sociale, la morale e persino i fondamenti più elementari del vivere civile. Ma andiamo con ordine. Nel ‘45 era completata la conquista della nostra patria da parte delle cosiddette potenze alleate, fatta passare per “liberazione”. Tale occupazione militare, la quale ancora oggi risulta presente e parecchio invasiva, comportò sin da subito il controllo americano sulla politica, il ritorno di forze inquinanti quali la mafia e la massoneria, il ritorno del modello capitalista e la presenza del comunismo il quale, nonostante non sia mai andato al potere al livello nazionale, “culturalmente” ed ideologicamente ha generato danni esorbitanti poiché ha tolto Dio dal cuore del popolo, ha provocato l’odio di classe tra italiani, si è macchiato di omicidi di giovani, dei nostri giovani, ha foraggiato divorzi e aborti che in poco tempo hanno totalmente sformato la famiglia. Tutti questi fenomeni hanno subìto un’accelerazione a partire dal crollo della cosiddetta Prima Repubblica e con l’avvio della globalizzazione: l’Italia perse quel poco di sovranità interna che ancora conservava a causa del cappio al collo, approvato con la complicità di autentici traditori della patria, rappresentato dall’Euro e dai trattati della UE. Oggi la patria è in rovina, poiché, a parte i monumenti che ancora si stagliano ammirevoli sulle nostre città, essa non ha più nulla a che vedere con la sua divina storia trimillenaria, una storia di virtù morali e civili, nonché di ingegno, poesia, arte e vittorie che hanno illuminato le genti nei secoli. Guardando la società odierna, infatti, notiamo che tutti questi valori sopraelencati risultano sovvertiti, la morale popolare è devastata dalle droghe, dal malcostume, dal senso di ribellione spinto continuamente dai media. Nel frattempo, l’apatia nei confronti della politica è divenuta disarmante. I giovani, i quali dovrebbero rappresentare il futuro, non hanno altro desiderio che il loro più becero e più turpe divertimento. Come reagire di fronte a tutto ciò? In primis bisogna tenersi in piedi tra le rovine senza cedere alla disperazione. In secondo luogo, occorrono decisioni radicali. Bisogna chiudere, nel più breve termine di tempo possibile, questi 80 anni così obbrobriosi per la storia d’Italia. Fattori come l’intelligenza artificiale (che sta per sostituire l’essere umano), il debito che rischia di far saltare i conti pubblici, il progetto di distruzione dell’identità sessuale dei bambini, la sostituzione etnica del popolo italiano, rischiano di far sprofondare l’Occidente all’interno di un quadro tenebroso. Alcuni ambienti massonici profetizzano l’avvento di una società globale governata da un tiranno, dal figlio della perdizione. Di fronte a tutto ciò, appare evidente che la nostra opposizione non è ad un partito o ad un governo, ma all’intero sistema. Voltare definitivamente pagina dopo questi decenni amarissimi, questa deve essere la nostra parola d’ordine. La nostra volontà, il nostro impegno, la nostra incrollabile fede ridaranno all’Italia il suo volto e il suo avvenire. Una nuova epoca sta per sorgere sontuosa sulle macerie del mondo contemporaneo, un’epoca volta ad illuminare nuovamente la nostra patria e con essa tutta la civiltà occidentale. Più che una speranza, questa deve essere per tutti un’assoluta certezza. Viva l’Italia, viva Fiamma Tricolore!
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