Restituzione di spesa sui dispositivi medici, cosa c’è da sapere
di Nicola Mamoli
Il Payback, ovvero la restituzione di spesa sui Dispositivi Medici è un meccanismo di politica sanitaria in forza del quale le aziende che forniscono tali dispositivi al servizio sanitario devono concorrere, pro quota, a ripianare parte (tendenzialmente la metà) dello sforamento dei tetti che le singole Regioni stanziano per tali prodotti. Il calcolo del Payback dispositivi medici è stato introdotto con la Manovra Finanziaria del 2015 ma reso ufficiale dal Governo Draghi nel 2022, alla fine del suo mandato. La Corte Costituzionale, con le sentenze nr. 139 e 140 del luglio 2024, ha ritenuto legittimoil payback Dispositivi Medici, meccanismo che prevede che le aziende fornitrici di Dispositivi Medici debbano restituire una quota del proprio fatturato qualora la spesa specifica delle singole Regioni superi i limiti stabiliti.Il Payback in carico alle aziende è costituito dal 50% della spesa eccedente il budget stabilito da ogni singola Regione. Un’iniziativa che per la prima volta parte dal basso, dai cittadini, già pazienti, che in Italia utilizzano un dispositivo medico e che rischiano di subire un peggioramento delle loro condizioni di salute se non verranno garantiti loro prodotti e servizi fondamentali per una corretta diagnosi, terapia, procedura chirurgica, ecc. per condurre una vita dignitosa. Non da meno l’impatto sull’intero settore industriale sarà devastante, mettendo a rischio quasi 100.000 posti di lavoro e circa mille aziende, senza dimenticare la scomparsa e la reperibilità sul mercato Italiano della quasi totalità dei Dispositivi medici. Respiratori, macchinari per le mammografie, bisturi, siringhe, camici medicazioni, cerotti, guanti pari a oltre3,6 miliardi di euro da «rimborsare» alle Regioni. Da quando nel 2015, nell’ambito della spending review richiesta dall’ Unione Europea, il governo Renzi (ministro della Salute era Beatrice Lorenzin) introdusse la norma, il «payback sanitario» è una spada di Damocle che pende sulla testa di un intero comparto, quello della fornitura e della distribuzione dei dispositivi medico sanitari. E che minaccia di inferire un colpo mortale a un Servizio Sanitario Nazionale già pesantemente provato dalla riduzione della spesa e degli investimenti pubblici. Da Renzi a Draghia Meloni, da un governo all’altro con rinvii fino al governo Draghi per poi essere attuato convertendo la proposta di legge in legge. Le aziende che producono e forniscono dispositivi medici al servizio pubblico dovranno versare complessivamente 3,6 miliardi, «concorrendo a ripianare il superamento del tetto di spesa regionale» per gli acquisti degli anni 2015-2020. A partire dal 2024, inoltre, le aziende produttrici o distributrici di dispositivi medici dovranno versare al Ministero della Salute una quota dello 0,75% del fatturato netto annuale derivante dalle vendite al Servizio Sanitario Nazionale.
***DISCLAIMER – Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. La Redazione de “Il Missino” ed i titolari della Associazione culturale omonima non si assumono la responsabilità degli articoli pubblicati, del loro contenuto, delle idee espresse, né per i danni che tali scritti potrebbero arrecare direttamente o indirettamente ad istituzioni, a partiti politici, a personalità pubbliche e private, né alle conseguenze legali derivanti da qualsiasi dichiarazione o pensiero in contrasto con le Leggi vigenti. Le idee espresse dall’autore non rappresentano le idee della Redazione, ma quanto espresso dall’autore firmatario dell’articolo. La Redazione de “Il Missino” non effettua controlli sulla veridicità delle informazioni pubblicate. L’articolo, nella sua integrità, sarà sotto la responsabilità di colui che ha firmato, ovvero la cui firma apparirà come autore firmatario del testo pubblicato, solo dopo espressa richiesta scritta diretta di pubblicazione alla redazione; con la stessa dichiarazione il firmatario solleva la Redazione da qualsiasi responsabilità. La Redazione de “Il Missino” non si assume la responsabilità delle immagini a corredo degli articoli, le quali sono inserite a mero carattere illustrativo e sono liberamente tratte anche da siti che dichiarano le stesse “Creative Commons”; alcune immagini sono modificate liberamente solo per temporanee finalità illustrative e non commerciali; le immagini segnalate da eventuali legittimi proprietari, dopo opportuna verifica, potranno essere rimosse dopo espressa segnalazione a “lascia un commento” in calce all’articolo e/o mail indirizzata e firmata per esteso da chi ne detiene i diritti a ufficiostampa@fiammatricolore.org***