Russia, amica o nemica?

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di Vincenzo Guardino

Il 25 dicembre del 1991 è stata ammainata la bandiera rossa dal Cremlino. Questo evento, anticipato dalla caduta del muro di Berlino, ha sancito la fine della Guerra Fredda. Tutti coloro che per tutto il Novecento avevano guardato all’URSS come ad un esempio per un mondo unito sotto la falce e il martello, hanno visto con i loro occhi il tonfo irreversibile ed inglorioso dell’ideologia comunista.
Da allora tutto è cambiato. Non vi sono più due imperialismi, bensì uno solo, quello americano, che a partire dagli anni ’90 si è lanciato alla conquista del pianeta mediante un processo di americanizzazione forzata definito “globalizzazione”. Ciò ha comportato la cessazione delle sovranità nazionali e l’imposizione del liberismo economico su scala planetaria. Inoltre, abbiamo assistito all’annessione dei paesi dell’Europa dell’est alla Nato e, soprattutto, allo scatenamento di una serie di guerre imperialiste ai danni dei paesi islamici in nome della lotta al terrorismo e al fine di “esportare la democrazia” anche con le bombe. Le nazioni che tutt’oggi mantengono la propria sovranità e non si adeguano alla globalizzazione americana, infatti, vengono definite “Stati canaglia”, ossia Stati da abbattere in nome dei “diritti umani”.
Nel frattempo, con l’entrata nel nuovo millennio, la Russia si è ripresa dai postumi successivi alla caduta dell’impianto sovietico e ha iniziato ad opporsi, sia dal punto di vista geopolitico che valoriale, alle logiche americane. Si può sostenere che vi è una sorta di mistero nella Russia odierna, qualcosa di profondo che a poco a poco si sta svelando: questa terra, che nel XX secolo ha diffuso i suoi errori sanguinari in tutto il mondo, oggi sembra aver intrapreso un percorso opposto in quanto, dopo le persecuzioni del comunismo, è rinato un patriottismo cristiano ortodosso e sono stati ripresi alcuni valori tradizionali. Questi sono fattori che, in una prospettiva di fuoriuscita degli Stati europei dalla Nato, possono rendere l’Europa amica della Russia sulla base di una valorizzazione dell’identità cristiana dei popoli dall’Atlantico agli Urali. La Russia, inoltre, sta difendendo l’indipendenza di vari Stati delle aggressioni USA, pensiamo ad esempio a ciò che è accaduto in Siria nel decennio scorso: se Assad non ha fatto la fine di Gheddafi o di Saddam è solo grazie al sostegno russo. E lo stesso vale per l’Ucraina, paese che gli USA vorrebbero inglobare nella Nato per accerchiare ancora di più Putin. Questa è l’unica motivazione che ha provocato la guerra in corso.
Quanto appena esplicitato però, non sta a significare, per quanto ci riguarda, un’idolatria acefala nei confronti della Russia. Il nostro ideale è quello di un’Europa dei popoli, ossia un’Europa libera da qualsiasi super-potenza straniera. Non vogliamo di certo passare dall’essere sotto gli Stati Uniti all’essere sotto la Russia. Tuttavia, analizzato l’attuale scenario mondiale, occorre schierarsi con chi, come Putin, non si sottomette alle provocazioni guerrafondaie dell’impero a stelle e strisce.

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