Noi eredi della democrazia corporativa
di Gabriele Leccisi
Fratelli d’Italia e prima ancora Alleanza Nazionale, dopo avere speculato sulle nostalgie al solo scopo di “cassetta partitica’” hanno abiurato ma noi della Fiamma Tricolore ci siamo chiesti quale sia la linea fascista da osservare nell’ambito del metodo democratico accettato financo prima della nascita del M.S.I. vale a dire durante la lotta clandestina allorchè si diede vita al Partito Fascista Democratico. Senza la Marcia su Roma non si sarebbe sviluppata nel corso del vituperato ventennio ed oltre la dottrina socio-economica ampiamente realizzabile nell’ambito di un autentico sistema democratico. Uno dei pochi, veri padri della Patria, Norberto Bobbio, con scrittura minuta e quasi illeggibile data l’età avanzata, in un breve carteggio con mio padre riconobbe implicitamente che l’attuale democrazia non era quella per la quale aveva lottato e sognato di realizzare. Mi domando cosa significhi essere democratici.
Forse stare in Parlamento e coprire le nefandezze degli scandali di regime? Certamente no!
Noi vogliamo veramente uno Stato laico, senza ingerenze confessionali, un pluralismo vero e non già degenerato sin dagli anni della prima repubblica a causa dei partiti divenuti consorterie di affari con poteri concentrati in poche mani.
È di tutta evidenza la disastrosa situazione in cui hanno ridotto l’Italia le forze liberal-marxiste tanto che gli italiani si sono rivolti ai versipelle della Meloni alla ricerca di una verginità cui solo gli imbecilli possono fingere di credere. Costoro sono soltanto persone che hanno sradicato le loro radici, navigano nel nullismo ideologico e credono che si possano risolvere i problemi senza una reale progettualità a medio e lungo termine.
Progettualità di cui noi siamo convinti portatori e che abbiamo ereditato grazie a quel giorno in cui si cominciò a costruirla; quel 28 ottobre in cui veramente iniziò il nostro cammino. Chi non conosce la Storia o non vuole essere obiettivo non accetta che l’eredità del fascismo sia proprio un valido programma democratico realizzabile attraverso quella che noi definiamo appunto DEMOCRAZIA CORPORATIVA.
L’ attuale sistema che si definisce democratico ha fallito e le ferite laceranti che ha prodotto e continuerà a produrre rendono financo difficoltoso realizzare il nostro progetto avendo distrutto le risorse economiche a livello industriale, il relativo indotto con un debito pubblico alle stelle che non permette di rilanciare nemmeno il terziario.
Oggi ricordare la data del 28 ottobre che significò il sacrificio di migliaia d’italiani vittime del comunismo, significa non solo ricordare una pagina di Storia fondamentale ma anche rammentare a noi stessi quanto enorme sia il patrimonio socio-economico di cui siamo eredi toccando proprio a noi quel che resta della democrazia italiana per modificarla realizzando la vera ed unica attuale democrazia. capace di risollevare le sorti della Nazione ricostruendo il nostro sistema economico e restituire dignità e ricchezza al nostro popolo nella pienezza della libertà individuale.
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