L’arte nel ‘900

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di Gabriele Leccisi

Lungi da me voler competere con Sgarbi studioso dell’arte però dal punto di vista valoriale ho il diritto di commentare la sua affermazione secondo la quale non può esserci arte nel fascismo in quanto negava le libertà individuali, era violento, ha ucciso Matteotti e chissà quante altre cose negative – aggiunge il sottoscritto – avrebbe commesso secondo la sua personale opinione.
Si tratta di giudizi politici
tesi a negare l’esistenza stessa di valori nel fascismo, valori che evidentemente esistevano se uno dei passatempi più frequenti degli antifascisti è quello di deridere ed ironizzare la scala valoriale impostata nell’ambito dell’organizzazione della società dell’epoca.
Se Sgarbi avesse inteso sostenere che l’arte ha un valore universale che trascende e vive oltre i sistemi politici contingenti, certamente potrei essere d’ accordo ma aggiungerei che in tal caso avrebbe scoperto come si suol dire l’ acqua calda.
Mi sorge invece il sospetto che le sue affermazioni si pongano in sintonia con il regime che offre visibilità ed appoggi solo a chi si dichiari apertamente antifascista, etichetta di comodo che, secondo il nostro stesso studioso, onestamente riconosce avrebbe senso se il fascismo di Mussolini inteso come nemico fosse vivo ed operante.
Molte sono le contraddizioni dello Sgarbi ma ciò appare ovvio accada allorchè lo studioso è costretto ad accostarsi alla verità. Edoardo De Filippo forse direbbe, rivolgendosi all’ ineffabile critico d’ arte : ” che si deve fa per campà.” –
Ebbene voglio criticare l’affermazione del Nostro con pareri espressi da un grande artista, l’ Uomo del Poggio, Ardengo Soffici. Nel 22, quando il fascismo al potere iniziava il proprio percorso nella Storia, tra l’altro scriveva su Gerarchia, la rivista mensile di Mussolini, fascicolo uscito il 25 settembre a proposito de “Il Fascismo e l’Arte” pag.505 ” E’ forse un paradosso o un assurdo dire che l’Italia è quello che è perchè Dante, Petrarca, ed altri poeti e prosatori; Giotto, Michelangelo ed altri, tanti artisti sommi, hanno cantato, dipinto, scolpito e costruito in un modo piuttosto che in altro, con un certo cipiglio, un certo stile, ed un certo spirito (…),( l’Italia n.d.r..)
…ciò che più mi preme di stabilire si è che quel piglio, stile ecc. vale a dire i valori estetici e politici che possiamo notare negli scritti è al principio dell’azione di tutti gli altri grandi creatori dell’ente chiamato Italia.”.-
L’ artista critica l’arte borghese “in pretta contraddizione col classicismo e che del classicismo sono una precisa e violenta negazione”.
Prosegue stroncando l’opinione che dell’arte hanno ” i partiti estremi, rivoluzionari. In questi il disprezzo o l’ignoranza di tutto quanto concerne il fenomeno sono persino meravigliosi: se …socialisti, bolscevichi, anarchici debbono adottare qualche forma d’arte per la loro azione sovvertitrice la loro scelta rivela il borghesucolismo più pidocchioso, il passatismo più stantio, il conservatorismo o il reazionarismo più autentico (…) ” essi, prosegue l’artista ” sono nemici giurati di ogni novità, audacia o rivoluzione artistica, come è dimostrato dalla loro simbologia grafica, dalla fisionomia della loro stampa … dalla loro critica velenosa e sghignazzante di ogni tentativo di novità nel campo delle lettere e delle arti. Ben dissimili dai loro ispiratori e padroni russi i quali almeno sono stati coerenti, adottando quale arte ufficiale i prodotti più dissennati e catastrofici del decadentismo e del futurismo indigeno.” –
Ciò detto Soffici svolge una serie di considerazioni circa gli errori dei partiti avversari ed entra nel merito del rapporto tra Fascismo ed Arte.
Da quanto sin qui esposto emerge che i movimenti politici influenzano e talvolta determinano lo sviluppo dei valori artistici che esteticamente contraddistinguono un ben determinato periodo storico. Anche nel caso siano correnti artistiche ad influenzare movimenti o correnti politiche, anche in questo caso invertendo i fattori il prodotto non cambierebbe costituendo la sensibilità e creatività del singolo un’anticipazione dei cambiamenti politico-sociali i cui prodromi sarebbero già presenti.
Ecco dunque le conclusioni cui perviene l’artista: ” credo che la letteratura e l’arte che il fascismo può e anzi deve patrocinare siano quelle le quali più partecipano della Sua essenza spirituale (…).
E’ la letteratura, è l’ arte che non può dirsi nè reazionaria nè rivoluzionaria perchè riunisce in sè l’esperienza del passato e la promessa dell’avvenire; è la letteratura è l’arte dell’equilibrio e della probità; è la letteratura e l’arte che si può insieme denominare materialistica ed idealistica perchè la materia e lo spirito vi hanno la loro parte quali termini imprescindibili di vita, nè nuova nè tradizionalistica, nè romantica nè classica, nè pesante nè leggera, nè tutta culturale nè tutta istintiva, essa contempera in sè gli estremi di ogni esperienza e tende così alla sincera espressione dell’anima del creatore, cioè allo stile ed alla perfezione.
Sgarbi sa bene come stanno le cose! Il fascismo ha incoraggiato l’arte cercando di arricchire gli artisti con i valori che caratterizzano la propria epoca ed il riflesso nell’arte si riscontra nelle opere realizzate dagli artisti del tempo.
Sgarbi ha inteso privare il fascismo dei suoi potenti valori presenti nella sensibilitá di numerosi artisti ed il fatto che Morandi dipingesse bottiglie nulla toglie a questa verità.
Si accontenti Sgarbi di avere ottenuto notevole visibilità orchestrando interventi irosi e verbalmente violenti, visibilità ottenuta perchè rispecchia la nostra attuale societá ormai dominata – questa si – dalla violenza fine a se stessa in un mondo ormai decadente come decadente è l’arte che esprime.
Sgarbi piccona un fascismo e la sua arte incoraggiata e patrocinata con la consapevolezza che il fascismo, sepolto vivo con la forza delle armi alleate non può più difendersi ed in questo è in ottima compagna con l’enorme schiera di opportunisti del regime che sull’antifascismo becero hanno costruito ed ancora altri costruiranno vigliaccamente le loro fortune personali.
La Storia cinicamente falsata un giorno riemergerà rendendo Giustizia a tutti coloro che hanno vissuto e pagato con la vita in nome degli Ideali, quindi dei valori presenti anche nell’arte, che quel regime ha espresso e non saranno certo i vari Sgarbi a cancellare ciò che veramente fu il fascismo e la sua arte per gli italiani.

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