CALO DEMOGRAFICO: UNA PIAGA MORTALE
Proprio pochi giorni fa sono stati resi noti dei dati inquietanti, che devono indurci alla riflessione e; soprattutto, obbligano la nostra azione politica e culturale a diventare sempre più incisiva: i numeri ci dicono che mai, dall’Unità d’Italia ad oggi, si è registrato un anno con così poche nascite.
Diciamolo subito, non può essere soltanto colpa del Covid; certo, la situazione sanitaria ci ha messo del suo, e negarlo sarebbe un esercizio inutile; ma altrettanto privo di senso sarebbe non constatare che la tendenza al decremento demografico si registra da molti anni, e le ragioni di questo andamento sono molteplici: in primo luogo uno stato sociale ridotto pressoché ai minimi termini non aumenta, nei giovani italiani, la voglia di formare una famiglia, che spesso, per via di difficoltà economiche figlie del sistema capitalista che amministra le nostre vite, non saprebbero come mantenere; in second’ordine la politica, il circo mediatico e tutto l’establishment italiano hanno fatto terra bruciata intorno al concetto stesso di famiglia, deridendolo o, addirittura, puntando a sostituirlo con altri modelli di unione.
C’è poi da sottolineare che una larghissima parte dei soggetti politici presenti in parlamento non ha alcun interesse a offrire strumenti che possano risolvere la questione, ma anzi, al contrario, utilizza questo stato di cose come alibi per rilanciare progetti come lo Ius Soli, colpevolizzando quasi gli italiani per una situazione che in realtà il popolo subisce soltanto, non essendone in alcun modo artefice.
Il Movimento Sociale Fiamma Tricolore, avendo come principale scopo quello di garantire il benessere e la prosperità della comunità nazionale italiana, è portatore di un programma sociale che, qualora realizzato, ( pensiamo solo alla socializzazione delle imprese e alle politiche per garantire, attraverso il mutuo sociale, il diritto a tutti gli italiani ad avere una casa), metterebbe molte coppie nelle condizioni di pensare realisticamente alla possibilità di fare dei figli.
L’esistenza di generazioni future è, chiaramente, la condizione necessaria per garantire continuità al nostro popolo, che è chiamato, contro tutto e tutti, a risollevarsi quanto prima.
Daniele Proietti
Esprimo un mio pensiero in merito a quest’articolo.
É innegabile che oggi gli italiani non fanno più figli. Il colpevole principale é identificabile come al solito nel liberismo. Attraverso l’annientamento dello stato sociale, si é distrutta la famiglia, e di conseguenza la possibilità di fare figli perché gli uomini e le donne soli, magari con un lavoro precario, non tendono a mettere radici, non tendono a risparmiare per un futuro ma sono portati a spendere di più, a consumare. Il liberismo ha annientato l’uomo e ci ha trasformato in semplici consumatori.
Questo idea é implicita nell’articolo. Credo però che sia opportuno aggiungere qualche parola in più che possa servire come spunto per far riflettere, soprattutto chi tra i lettori di sia avvicinato solo recentemente o non ancora approfonditamente a quest’area politica. Leggendo l’articolo, vista la continuità ideale con il ventennio del MSFT, si potrebbe essere portati a pensare che come allora si vuole lanciare una campagna demografica, il “numero é potenza”!!!
Se é questo il messaggio che si é voluto lanciare con l’articolo, oppure se questo é ciò che erroneamente qualcuno potrebbe intendere, mi preme sottolineare quanto segue. Tutta la storia conosciuta smentisce il principio il numero é potenza. Gli imperi sono stati creati da piccoli gruppi e non dal trabbocare demografico delle masse riversatesi sui territori altrui. La quantità non trionfa mai sulla qualità. Se anche oggi ogni nucleo familiare farebbe dieci figli a cosa servirebbe se questi dieci figli non fossero dotati di una qualità interiore diversa da quello dell’uomo moderno? L’italiano medio di oggi é tanto più degno, migliore o addirittura superiore a un cinese, senegalese o nigeriano? Basta quindi il mero aspetto biologico per invertire la tendenza digregatrice delle forze del male liberiste?
O capiamo che prioritariente, prima dei programmi politici dobbiamo occuparci di ricostruire l’Uomo, ricostruirlo interiormente e non fabbricarne in maggiore quantità solo esteriormente o la strada da imboccare per ripercorre a ritroso le tappe della nostra gloriosa millenaria storia non la prenderemo mai!
Come al solito, lungi da me criticare qualcuno. Scrivo solo affinché chi si avvicina all’area non lo faccia in maniera superficiale.