SE LULA CHIEDE SCUSA AL “COMPAGNO NAPOLITANO”
SE LULA CHIEDE SCUSA AL “COMPAGNO NAPOLITANO “
Sono delle ultime ore le dichiarazioni di Lula, ex Presidente del Brasile, riconosciuto nel mondo, Italia compresa, come uno dei maggiori rappresentanti del progressismo, che, dopo decenni, si ricorda di chiedere scusa all’Italia e, per usare le sue parole esatte “al compagno Napolitano” per aver scelto di trattenere il terrorista rosso Battisti in Brasile, dove ha potuto condurre, in beffa alla memoria delle vittime che ha mietuto, una vita agiata, e non aver scelto di consegnarlo all’Italia.
Scusandosi ha spiegato di aver preso questa decisione perché, sempre parole sue, pensava che “Battisti fosse innocente, anche su indicazioni del suo Ministro della Giustizia”.
Se ne fanno ben poco i cittadini italiani e i parenti delle vittime delle scuse di Lula, che giungono tardive e arrivano dalla bocca di un “compagno “, che, come tutti i compagni, è incline a proteggere i “compagni che sbagliano”, espressione con la quale tutto quel putrido mondo salottiero radical di sinistra negli anni ha voluto, consapevolmente, proteggere veri e propri criminali, come Battisti appunto, perché ai proletari, pure se armati, tutto può essere concesso, mentre da questa parte basta un nonnulla a far scattare denunce e tempeste mediatiche all’insegna del più squallido conformismo ai dettami del Pensiero unico. Linea di condotta che ha sempre caratterizzato il cattocomunismo imperante di cui il “compagno Napolitano ” è una delle più calzanti espressioni.
Daniele ProiettI