Le banche non fanno..le banche
di Luigi Cabrino
Un interessante report dell’ Ufficio Studi della CGIA di Mestre evidenzia come dal 2011 ad oggi il credito alle imprese si sia contratto.
A sostegno di questa chiave di lettura segnala anche la decisa diminuzione della domanda di credito avvenuta in questi anni da parte delle imprese, poiché, a seguito anche dei buoni risultati economici ottenuti, molte attività rimaste sul mercato hanno aumentato i risparmi e conseguentemente il loro utilizzo per far fronte alle spese correnti e agli investimenti. La tendenza macroeconomica appena delineata, afferma l’associazione con un comunicato, non ha coinvolto indistintamente tutte le realtà produttive e commerciali del Paese.
A fine dicembre del 2011 (inizio della crisi dei debiti sovrani), i prestiti bancari alle imprese italiane ammontavano a 995 miliardi di euro, verso la fine del 2024, invece, la quota è scesa a 666 (-329 miliardi di euro pari a una contrazione del 33 per cento). Per contro, dice la Cgia, nello stesso arco temporale i depositi bancari delle aziende sono passati da 219 miliardi a 519 (+300 miliardi pari a un incremento del 137 per cento). Non è per niente negativo il fatto che molte imprese possano autofinanziarsi senza ricorrere al credito bancario, è segno di vitalità aziendale. Sorge però il dubbio.
Come mai a fronte di una tale riduzione del credito in tredici anni (2011/2024) gli utili delle banche sono aumentati costantemente e, soprattutto, le remunerazioni degli amministratori hanno raggiunto livelli che definire immorali in molti casi non è esagerato? Forse perché le banche, dall’inizio del processo di privatizzazione trenta e più anni fa, non svolgono più il loro compito di sostegno all’economia tanto nazionale quanto territoriale; i banchieri, alla guida di banche in tempo pubbliche ed oggi private, seguono la logica del profitto da conseguire con le peggiori speculazioni finanziarie. Le banche non fanno più credito e i banchieri navigano letteralmente nell’oro. Semplicemente le banche non fanno più le banche e possono farlo solo se controllate dallo stato e dai territori di riferimento.
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