GOVERNO A DRAGHI, E CHI TACE ACCONSENTE
L’individuazione di Draghi quale prossimo presidente del consiglio dei ministri, abbiamo tutti ascoltato ieri il discorso del Presidente della Repubblica, non ha segnato la fine della politica, ma ha segnato la vittoria dell’antipolitica sulla politica. Questa, ci auguriamo, sconfitta ma non morta; sopita ed anestetizzata da quelle componenti parlamentari che si sono resi partecipi di quel teatrino che tutti abbiamo visto.
Ma attenzione. Il teatrino non è quello “creato” da Renzi, che la maggior parte dell’opinione pubblica ha additato come il becero mercanteggiare di posti, poltrone da ministro e sottosegretari, spesso mascherato dal contrapporsi di posizioni politiche. Il teatrino è stato creato affinché altri lo interpretassero quali attori protagonisti di un ruolo non proprio.
Ma siamo ad oggi. Draghi ha accettato l’incarico a formare il governo; governo che fra qualche giorno sarà sicuramente in campo ad “agire” come meglio crede, trincerandosi dietro la parvenza del “risolvere” i problemi pandemici e i problemi sociali ad essa legati.
La realtà, lo sappiamo, sarà un’altra.
Noi non ci stiamo a quella realtà e non ci stiamo a questo governo. Un governo guidato da un eurocrate che temiamo possa essere frutto di dettature estere, o di interessi esteri. Un governo che non sarà forte se non con i deboli, con la classe media, con i piccoli risparmiatori e con i giovani lavoratori. Governo blindato dal quirinale, che non risponde alla volontà popolare ma che sarà appoggiato dal parlamento.
Il presidente della repubblica ha chiesto responsabilità ai gruppi parlamentari. In soldoni ha chiesto di votare la fiducia in parlamento fra qualche giorno. E tutti coloro che voteranno la fiducia saranno responsabili, politici, del proprio voto. Responsabili di fronte agli elettori e alla popolazione. E da questa responsabilità non si sentano esonerati coloro che si asterranno nella espressione del voto. Le reazioni delle forze politiche sono varie, ma quasi totalmente indirizzate ad accordare questa fiducia. Da sinistra a destra, da Zingaretti a Salvini passando per …
Nel leggere le dichiarazioni dei Big di partito, apprezziamo soltanto, certamente con imbarazzo ma con obiettività, la nota di Fratoianni, una delle poche voci “anti-Draghi”; Fratoianni dal quale siamo distanti anni luce su tantissime tematiche politiche, ma che paradossalmente vediamo come unico scoglio, attualmente presente in parlamento pronto a rifiutare lo scempio politico che si sta compiendo.
Non vediamo niente altro. Nessuna opposizione, nemmeno e soprattutto a destra, che possa raccogliere la nostra contrarietà a questo governo Draghi.