SI INGINOCCHIANO I SERVI
di Daniele Proietti
Una delle liturgie del politicamente corretto che in questi mesi va per la maggiore è quella di inginocchiarsi per esprimere un’indefinita solidarietà verso chi sarebbe vittima di un fantomatico razzismo, che solo i circoli degli intellettuali progressisti e alcune trasmissioni televisive orchestrate da conduttori “noti” riescono a scorgere.
Se oggi qualcuno è vittima di una discriminazione è il popolo italiano, e, più in generale, quella civiltà europea occidentale che, sin dai tempi dell’Impero Romano, è stata il bersaglio preferito delle forze della sovversione liberal-massonica.
Razzismo è infatti imporre una società multirazziale, che produce soltanto esseri umani sradicati e apolidi.
C’è poco da inginocchiarsi a quel mondo che da sempre ci vuole a terra, bisogna alzarsi e combattere, prima che non resti niente per cui valga la pena farlo.
Sottoscrivo tutto.
A inginocchiarsi sono gli inferiori: il significato dell’inginocchiarsi (o dell’inchinarsi), ad esempio, di fronte a un altra persona, significa proprio “io sto sotto di te” – “io sono inferiore a te”. Oggi si bestemmia liberamente, ci si prende gioco dei simboli sacri, però, ci si inginocchia per delle idee del tutto profane e per di più, costruite a tavolino.
P.S.:
Stupenda la vignetta di Krancic…
Grazie per il suo contributo