Fatto sconcertante, in Italia la guerra civile continua.
di Lodovico Ellena
Nell’ottobre del 2002 usciva un libro intitolato “Cosa racconta una lapide”, l’autore era Renato Galli e raccontava come furono assassinati da partigiani comunisti i suoi genitori di San Germano Vercellese. Il libro fu recensito da varie testate locali e anche il TG3 del Piemonte dedicò un ampio servizio all’indagine che il figlio, quarantenne negli anni ’70, aveva condotto per venire a capo delle responsabilità dell’omicidio dei suoi genitori. Il padre Anselmo Galli era capo stazione appunto a San Germano e insieme alla moglie Nerina Rosso fu prelevato il 26 febbraio del 1945 con un pretesto da partigiani comunisti che li condussero sul ponte del Canale Cavour a Vettigné, laddove i due vennero torturati e ammazzati con la gratuita accusa di essere “spie fasciste”. Il figlio intraprese quindi una lunga indagine alla ricerca dei responsabili, ma si trovò di fronte ad un vero e proprio muro di gomma con responsabilità che venivano via via scaricate ad altri, frammiste a generici “non ricordo” o a veri e propri depistaggi. Resta il fatto che i due furono comunque barbaramente trucidati senza uno straccio di prova né di un eventuale processo per dimostrare loro possibili colpe. Renato Galli scrisse quindi in quel volume l’esito delle ricerche, badando inoltre di conservare accuratamente i colloqui registrati nascostamente con i partigiani rintracciati da lui stesso probabili autori del duplice omicidio, o quanto meno presenti quella tragica notte. A chiusura quindi della sua ricerca chiese ed ottenne il permesso di collocare una lapide sul ponte del Canale Cavour di Vettignè recitante: “Galli Anselmo Rosso Nerina, trucidati il 26 02 1945. Renato”. Purtroppo Renato Galli, recentemente scomparso, non aveva presente il fatto che in Italia la guerra civile iniziata nel 1943 non è mai terminata: la lapide è stata infatti spaccata qualche tempo fa da mani ignote, che evidentemente vorrebbero far sparire anche questa vergognosa macchia dalla storia resistenziale. Un fatto sconcertante e inaudito che lascia ammutoliti, comunque la si pensi. Un fatto comunque che dà da pensare su come, troppo spesso, la Resistenza – piaccia o meno – nonostante abbia fuor d’ogni dubbio avuto tra le proprie fila gente di alto profilo morale, ha visto inclusi anche criminali che hanno approfittato di quello scomposto periodo per risolvere faccende personali o compiere gratuiti gesti aberranti, spesso volti a qualche genere di vantaggio. Questo aspetto sarebbe infine giusto riconoscere dalla parte politica che ancora oggi si ispira agli ideali della Resistenza: cosa che purtroppo, salvo sporadici casi singoli, non è mai ufficialmente avvenuto. La guerra civile, pertanto, continua; la lapide spaccata dei coniugi Galli ne è infatti ancora una volta tangibile conferma.