Esodo Italiani dalla Libia, un dramma dimenticato
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di D. Proietti
C’è una pagina di storia sconosciuta ai più, di cui vale la pena parlare, soprattutto in tempi come quelli odierni, nei quali, con l’aiuto di un sistema di informazione distorto e globalista, si è fatta strada la favola dell’immigrato, preferibilmente islamico, maltrattato dagli italiani.
Una litania, ripetuta anche recentemente nella convention progressista denominata Sanremo, che va avanti da decenni, e funge spesso da alibi quasi giustificatorio di un’invasione non più tollerabile.
La Libia, e il suo rapporto con l’Italia e con gli italiani,è la dimostrazione di quanto sia falso questo mito.
La nazione africana, civilizzata dal Fascismo, ha “ripagato” i cittadini italiani residenti sul suo territorio nel biennio 1969-1970, e negli anni immediatamente successivi.
In quel periodo prese il potere l’ultranazionalista Gheddafi, il quale, risvegliando nel suo popolo un insensato sentimento anti italiano, ha costretto molti nostri connazionali ad abbandonare un paese diventato ostile e a tornare in Italia. Quegli uomini e quelle donne, che in Libia erano stati capaci di costruirsi una vita, si trovarono costretti a ripensare la propria esistenza in una nazione, l’Italia dell’epoca, che li accoglieva con disprezzo, considerandoli una eredità del Fascismo.
Occorrerebbe, analogamente alle Foibe, ricordare anche questa parte della Storia volutamente dimenticata.
Ancora una volta, è solo il Movimento Sociale Fiamma Tricolore ad accendere i fari su determinate vicende, e a rivendicare un rispetto che agli italiani, di ieri, di oggi e di domani, è assolutamente dovuto.
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