Elezione del Presidente della Repubblica, sistema blindato.
di Giovanni Demarco
Nelle prime settimane del prossimo anno, il Parlamento con i Delegati Regionali eleggeranno il prossimo Presidente della Repubblica. Ci immaginiamo già i titoloni dei giornali, i servizi televisivi della falsa informazione che tratteranno l’argomento. Questi “Pasquini” del ventunesimo secolo, che interromperanno per alcuni giorni le trasmissioni dei dati allarmanti sulla pandemia per parlarci delle votazioni, del totopresidente e dei voti dei partiti. Insomma come sempre: aria fritta.
Siamo convinti che Mario Draghi non sarà eletto Presidente. Nessun partito attualmente in Parlamento può permettersi questo. Partiti vuoti di idee e di contenuti, non saprebbero cosa fare senza il “salvatore Draghi” a Palazzo Chigi. Il PD alle prese con la propria ricostruzione, non e’ pronto ad andare al governo e lo stesso Letta ha bisogno di altri mesi per organizzarsi per lo scranno di Palazzo Chigi, dove siederà dal 2023. I pentastellati temono le elezioni; Di Maio e Conte hanno bisogno di ulteriore tempo per far digerire alla rete la futura alleanza elettorale e programmatica con il partito di Bibbiano.
Renzi, longa manus delle elezione di Draghi, non vedrebbe di buon occhio un nuovo Presidente del Consiglio, specie con l’arrivo dei fondi del fantomatico PRR. La Lega di Giorgetti e’ alle prese con la sua assoluta contraddizione’: ambigua fino al midollo, si destreggia in malo modo tra l’opposizione al governo di Salvini e la linea filo Draghi di Salvini stesso. La resa dei conti in casa padana e’ prossima; solo Draghi al governo rinvia a data da destinarsi il confronto interno. Fratelli d’Italia, opposizione non pervenuta, con Draghi al Quirinale potrebbe esser chiamata a scelte di responsabilità, che non sarebbe capace di compiere.
Quindi il fronte di chi non si può permettere Draghi al Quirinale e’ completo. E chi quindi potrebbe sedere al colle? Facile intuire che sarà una figura del sistema. Di quel sistema che a noi della Fiamma Tricolore non piace. Un Europeista, Atlantista, Neo liberalista e magari con un pizzico di Davos nel sangue. Qui il cerchio si restringerebbe. La nuova figura al Quirinale sarà di certo una figura che dovrà garantire “il sistema”, anche quando la politica nei successivi sette anni potrebbe riprendere in mano il mazzo dell’esecutivo.
Il sistema quindi, potrebbe chiedere ai grandi elettori di noialtri di affibiarci figure come Prodi ( quota PD), Gianni Letta (ben visto dagli uno e dagli altri), o anche il Super Mario Monti Nazionale. Su di lui infatti convergerebbero tutti i partiti proprio come e’ accaduto 10 anni fa. Anche 10 anni fa infatti, sul nome del senatore a vita eletto da quattro giorni ci fu la convergenza dei partiti del centro sinistra, del PdL e dei finiani. Convergenza benedetta dall’ex presidente Napolitano.
Cosa dire.
Se il presente non e’ roseo, il futuro e’ plumbeo.