Il significato dell’8 settembre
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di G. Ciarcia
80 anni fa avveniva la morte della Patria, annunciata poi a tutto il popolo italiano l’ 8 settembre successivo.
Morte della Patria poiché si decretava la sconfitta militare nel modo più vile ed indecoroso che la Storia ricordi. Un piano quello della resa al nemico angloamericano senza condizioni, meditato da tempo e messo in atto da parte della Corona, delle alte sfere militari, ambienti massonici e dalla degenerazione di certo “gerarchismo” molto poco fascista bensì molto frequentatore dei “salotti buoni” dell’aristocrazia e della borghesia benpensante antigermanica e filo-anglosassone.
Un piano che ebbe inizio pratico già con il colpo di stato del 25 luglio e che si è concluso con la pagina disonorevole dell’8 settembre, coronata nel peggiore dei modi attraverso l’ignobile fuga del “sovrano sciaboletta” e del suo fedele servo e tirapiedi, l’innominabile Marchese allora capo del governo militare golpista. Superfluo ricordare che il patto d’acciaio comprendeva una clausola che impegnava di fatto le due Nazioni alleate a non firmare e concordare rese o armistizi in maniera separata. Del resto le alte sfere militari vicine alla monarchia mai sentirono propria la guerra italiana, pur avendola il Re stesso dichiarata, in quanto Capo dello Stato e delle forze armate.
Ma quel disonore, quella pagina infamante del 3 e dell’8 settembre fu riscattata persino per stessa ammissione di un generale nemico americano come Eisenhower, solamente dai combattenti della Repubblica Sociale Italiana.
Fu certamente la nascita della Repubblica Sociale Italiana che mantenne alta sino alla fine la bandiera della parola data all’Italia e all’alleato.
Pur sapendo che la guerra era perduta, la Repubblica Sociale Italiana risollevò l’orgoglio e la dignità della nostra Patria.
Stesso significato riguardo le due assise processuali, quella di Verona nei confronti dei traditori del 25 luglio, e quella successiva di Parma nei confronti degli ammiragli in combutta col nemico, che resero giustizia davanti agli occhi della Storia, punendo quanto meno in parte i responsabili del nostro tracollo militare e della sciagura nazionale.
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