l’intangibilità della “terza via”

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di G. Ciarcia

Talvolta sentiamo affermare da taluni nostri contradditori, che non è mai esistita, men che meno oggi, alcuna valida alternativa economico-sociale nei confronti del liberal-capitalismo.
Ci dicono, personaggi spesso riconducibili alla destra conservatrice in stil fratelli d’Italia, che nel corso della storia ogni modello il quale abbia cercato di creare un’alternativa al sistema capitalistico è drasticamente fallito.
Beh, su questo punto noi abbiamo qualche obiezione.
Sicuramente il comunismo data la natura totalmente caduca di quell’ idea si è disciolto come neve al sole di fronte alla cruda realtà del liberal-capitalismo. Sono bastati i chewing gum, la Coca Cola, i Mc Donald’s e così via, per fare cadere quel vasto e potente impero che fu l’Unione Sovietica il quale non ha trovato un solo combattente, un solo soldato a difesa di quell’idea irrimediabilmente crollata su stessa senza necessità di sparare un solo colpo.
Ma assistendo a un capitalismo che oggi sta mostrando in maniera inequivocabile il suo volto peggiore, ossia quello della globalizzazione senza regole, del libero mercato sfrenato, della cancellazione delle identità e dei valori nazionali e tradizionali; di fronte a un liberalcapitalismo che privilegia l’accentramento della ricchezza sempre più nelle mani di pochi a discapito della povera gente, della gente del lavoro, di fronte a un capitalismo che sta aumentando sempre più in maniera sproporzionata il divario tra il ricco ed il povero, tra il potente e il diseredato, distruggendo tra l’altro il ceto medio depauperizzandolo rendendolo da propietario a proletario; di fronte a tutto questo non può non esserci alternativa valida.
Ed in effetti l’alternativa c’è, l’alternativa esiste e non c’è niente da inventare.
È la via rappresentata dai socialismi nazionali europei del XX secolo, la via della giustizia sociale nell’ambito della Nazione, la via della collaborazione tra le classi fermo restando che il Lavoro debba venire prima rispetto al Capitale, la via la quale ci insegna che l’interesse nazionale è prioritario di fronte agli egoismi economici personalistici o di piccoli gruppi. È la via mai disattesa, è la Terza Via oltre marxismo e liberalcapitalismo.
La Terza Via esiste ed è quella della Democrazia Organica, del parlamento delle categorie produttive rappresentate in egual misura dai tecnici, dagli imprenditori, e dai lavoratori. La Terza Via del Corporativismo e della Socializzazione, un’idea modernissima ed al passo con i tempi che corrono, la quale può rappresentare l’unica ipotesi valida oggi più di ieri, quando quel disegno così lungimirante poteva da taluni settori dell’imprenditoria Italiana forse non essere compreso.
Quel sistema economico e sociale vincente il quale ha fatto sì che l’Italia fosse il primo Paese al mondo a risollevarsi dalla grande crisi del 1929.
Prima degli Stati Uniti d’America emblema del capitalismo più selvaggio, che riuscirono a risollevarsi solamente grazie al pensiero dell’economista inglese Keynes critico verso il liberismo, fautore di un’economia mista e dell’intervento dello Stato nella economia. Basterebbe questo per affermare che il liberalcapitalismo non è la soluzione.
Ma i nostri contradditori di destra o di sinistra che siano, pretendono di zittirci affermando come anche la nostra via sia crollata al pari del marxismo-leninismo, addirittura prima.
Niente di più errato.
Se è vero come è vero che il comunismo è caduto sopra le proprie rovine, il nostro progetto non è finito per “morte naturale” come il cosiddetto “socialismo reale”, ma soltanto sotto i bombardieri angloamericani.
Si sono mossi cinque continenti contro due Nazioni per abbattere con la forza quel valido progetto di alternativa sociale, che stava sin troppo preoccupando il mondo dell’alta finanza e delle lobby internazionali, ma l’essenza ideale della Terza Via non è finita con la sconfitta militare.
Sul piano economico non è mai stata smentita, bensì più volte “scimmiottata” in qualche suo passaggio anche da alcuni apparati del movimento laburista.
Solo l’Argentina di Peron ha avuto la forza di riprendere l’essenza della Terza Via estrapolandola dalle ceneri dello Stato Fascista; ma Peron ed Evita sono rimasti nel cuore del popolo argentino, non certo le dittature capitalistiche militari sorte su spinta americana.
Noi oggi andiamo avanti con la certezza che prima o poi pareggeremo i conti con la Storia, ne abbiamo tutte le carte in regola.

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