Sinistre polemiche su uno spot pubblicitario
di G. Ciarcia
La “sinistra” polemica maturata circa uno spot pubblicitario di Esselunga veramente ci rattrista.
Nella pubblicità si vede una bambina evidentemente con genitori separati, la quale a fare spesa con la madre allontanatasi per un attimo è intenta a prendere una pesca. La bambina convince poi la madre e la madre gliela compera.
La pesca è in realtà all’insaputa della madre destinata al padre, ma quando le sarà donata dalla figlia, questa dirà che il regalo pervenga dalla mamma.
Lo spot narra in poche parole di un disperato tentativo della bambina di far ricongiungere i genitori in seguito alla separazione; una condizione (si evince) assai sofferta dalla figlia. Uno spot pubblicitario intelligente e di spessore, raro tra le migliaia di spot pubblicitari insignificanti, mirante ad affermare il sacro valore della famiglia. Ovviamente una simile pubblicità non possiamo aspettarcela da parte della coop, ma questo è un altro discorso.
La cosa che rattrista e indigna sono tuttavia le forti polemiche nauseabonde pervenute dal mondo della sinistra, politici e giornalisti. “Pubblicità lanciante un messaggio retrogrado”, “pubblicità che mette in pericolo il diritto al divorzio”, “pubblicità contenente un concetto vecchio e superato di famiglia”, “pubblicità vergognosamente politica”, “spot pubblicitario da censurare addirittura”. Questi sono stati i più “benevoli” commenti.
Ovviamente per i signori dell’attuale decadente sinistra arcobaleno il concetto di famiglia tradizionale rappresenta un’offesa alla loro delirante “teoria gender”, e quindi tutto ciò che è famiglia (quella vera) da loro fastidio, ed allora piuttosto che difendere il sacro valore della famiglia tradizionale il messaggio di una bambina desiderante padre e madre uniti in felicità è sbagliato, altresì va esaltato il divorzio, che agli occhi della sinistra non è più soltanto un diritto innegabile, bensì una libertà, ed valore da sbandierare.
Beh, per noi la libertà superiore è quella per un figlio ad avere un padre ed una madre possibilmente congiunti. Per noi il valore è quello della famiglia e non certo del divorzio.
Sappiamo che i nostri sinistri contradditori non riconoscono il valore della Famiglia, così come a loro sconosciuto è quello della Patria, ma questo è un loro problema.
Ha pienamente ragione il generale Vannacci, ed il suo libro arriva nel momento più giusto; se non stiamo vivendo in un mondo al contrario ditemi voi dove stiamo vivendo.
Una pubblicità toccante e commuovente che diventa un’offesa alla loro perversa idea del mondo e della società.
Respingendo ogni pensiero nefando di questa impresentabile sinistra, vogliamo puntualizzare che nessuno oggi tende a mettere in discussione il diritto alla separazione e al divorzio (anche se non rinneghiamo affatto le nostre antiche battaglie), ma non lo consideriamo certo un valore ed una vittoria, bensì una sconfitta ed una delle molte piaghe della società attuale.
Altro non c’è da aggiungere; la sinistra si tenga strette le loro aberranti tesi pseudo-progressiste, noi andiamo avanti con la nostra concezione etica della vita.
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